Una nuova controversa teoria ha scosso il mondo dell’archeologia: un team italo-scozzese afferma di aver scoperto una città sotterranea sotto le piramidi di Giza, grazie a tecnologie radar all’avanguardia. Ma i massimi esperti di egittologia sono scettici e parlano di pseudoscienza e disinformazione virale.
Le affermazioni di Malanga, Biondi e Mei
Secondo quanto riportato da testate come The Sun e New York Post, il team composto da Corrado Malanga (Università di Pisa, in pensione), Filippo Biondi (Università di Strathclyde) e Armando Mei sostiene di aver rilevato, tramite radar ad apertura sintetica (SAR) e tomografia Doppler, un complesso sistema di strutture sotterranee che si estenderebbe per oltre 650 metri sotto l’altopiano di Giza.

Le rilevazioni satellitari, affermano i ricercatori, mostrerebbero cinque strutture principali collegate da corridoi, otto colonne verticali e due stanze di circa 80 metri, che il team collega addirittura al mito delle “Sale di Amenti”, leggendarie camere della sapienza secondo la tradizione esoterica.
Il precedente del 2022: lo studio su Remote Sensing
Nel 2022, lo stesso gruppo aveva pubblicato uno studio sulla rivista Remote Sensing (MDPI), in cui venivano illustrati risultati simili all’interno della piramide di Chefren. Il paper presentava una ricostruzione 3D di presunte cavità interne mai rilevate prima, sempre grazie all’impiego della tecnologia SAR. Tuttavia, anche quella pubblicazione non ha mai ottenuto un riscontro concreto da parte della comunità accademica.
Gli egittologi “Tecnologie non approvate”
Le reazioni del mondo scientifico non si sono fatte attendere. Zahi Hawass, ex ministro delle Antichità egiziane e figura di riferimento nell’egittologia mondiale, ha definito le recenti affermazioni “completamente sbagliate”. Ha precisato che nessuna delle tecniche impiegate dal team è scientificamente approvata, e che studi decennali basati su tomografia a muoni, gravimetria e radar geofisico convenzionale non hanno mai rilevato tracce di città sotterranee.
Anche il professor Lawrence Conyers, esperto di georadar all’Università di Denver, ha espresso forti dubbi: “È improbabile che i radar possano penetrare il calcare compatto delle piramidi fino a quelle profondità. Parlare di una città sotterranea è una grossolana esagerazione.”
Informazione virale e scienza alternativa
Nonostante le smentite, la notizia ha fatto il giro del web, accumulando milioni di visualizzazioni e condivisioni su varie piattaforme. La fascinazione per i “misteri” dell’antico Egitto, unita al linguaggio spesso sensazionalistico usato da alcune fonti, ha contribuito alla rapida diffusione del contenuto. Tuttavia, gli esperti invitano alla cautela: senza revisione paritaria e validazione indipendente, non si può parlare di scoperta scientifica.
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Conclusione
La presunta scoperta di una città sotterranea sotto le piramidi di Giza rimane, per ora, nell’ambito delle speculazioni. In assenza di prove concrete e della validazione della comunità scientifica, queste affermazioni si configurano come teorie non verificate.