C’è chi ha raccontato di aver creato un intero brand kit in meno di un’ora, partendo da un semplice prompt: logo, palette cromatica, immagini di prodotto, persino un video di lancio. Non stiamo parlando di un’agenzia creativa con dieci designer al lavoro, ma di Lovart.ai, piattaforma lanciata ufficialmente a fine luglio 2025 dopo una lunga beta che ha coinvolto centinaia di migliaia di utenti. È stata presentata come il primo vero Design Agent al mondo, un’intelligenza artificiale capace di comportarsi come un direttore creativo e non solo come un generatore di immagini.
Oltre Midjourney e Canva
La differenza rispetto a strumenti più noti come Midjourney, Runway o Canva non sta tanto nella qualità dei singoli output, quanto nella capacità di coordinare più media e più fasi in un unico flusso coerente. Lovart non produce un logo isolato o un’immagine di prodotto, ma cerca di costruire un intero linguaggio visivo che mantiene consistenza tra gli asset, grazie a un’architettura interna che la società definisce “MCoT”, una sorta di catena di pensiero distribuita tra agenti specializzati.

Numeri e modelli di prezzo
È una visione che affascina le startup e i creator indipendenti, soprattutto perché riduce drasticamente i costi e i tempi. I dati sono concreti: oltre 800 mila iscritti in lista d’attesa prima del lancio, 300 mila utenti attivi già durante la fase beta, un modello di prezzo che parte da poche decine di dollari al mese per creator singoli fino a circa novanta per le funzioni “agency-grade”. In un settore in cui una brand identity completa può costare migliaia di euro, il salto è evidente.
Democratizzazione o banalizzazione?
Ma proprio qui nasce la questione centrale. È democratizzazione o banalizzazione? Molti designer vedono in Lovart una minaccia più seria di Midjourney o Canva, perché non si limita a fornire strumenti, ma a occupare lo spazio strategico del direttore creativo. Se la macchina propone asset coerenti e immediatamente utilizzabili, quale ruolo rimane all’occhio umano, al processo di ricerca, all’intuizione estetica che ha sempre distinto il lavoro dei professionisti?

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Il futuro del design
Lovart rappresenta quindi un punto di svolta. Da un lato rende accessibile a milioni di piccoli business la possibilità di avere un’immagine coordinata di livello alto. Dall’altro apre una riflessione sulla natura stessa del design: è ancora un campo dove l’unicità e il tocco umano hanno valore, o stiamo assistendo alla trasformazione del design in una commodity generata in automatico?

