Kaspersky è indubbiamente uno dei migliori antivirus in circolazione: potenza degli algoritmi, facilità di utilizzo, efficacia, compatibilità multipiattaforma e prezzo contenuto hanno conquistato la fiducia degli oltre 400 milioni di utenti attivi al momento.
Tuttavia le origini russe non rendono la vita facile alla compagnia di Mosca e ancor prima della guerra, in tempi non sospetti, il National Cyber Security Centre Britannico sconsigliava l’utilizzo dei prodotti di Kaspersky Lab agli enti pubblici che gestivano files sensibili e qualcosa di simile fece anche Trump vietandolo sui dispositivi all’amministrazione pubblica americana.
Dietro la preoccupazione anglossasone un furto di dati sensibili a un fornitore della National Security Agency statunitense che utilizzava il software della discordia e i trascorsi militari di Eugene Kaspersky, CEO dell’omonima azienda accusato tra le altre cose di collabolare con l’FSB, i servizi segreti russi. Tutte le accuse furono mandate indietro al mittente e tutt’oggi non è ancora chiara la dinamica dell’incidente.
Kaspersky Lab oggi è un’azienda multinazionale, basata a Mosca e gestita da una holding nel Regno Unito con uffici in tutto il mondo che occupano quasi 4000 dipendenti, non ci sono evidenze che l’antivirus e gli altri prodotti di cybersecurity del colosso siano pericolosi o che conducano operazioni di spionaggio per questo gli utenti domestici non hanno ragione di preoccuparsi.
La domanda vera dovrebbe essere più etica che informatica, anche perchè l’azienda ha mantenuto una posizione molto neutrale nei confronti dell’aggressione in Ucraina e volersi allineare alle sanzioni occidentali vorrebbe dire abbandonare questo prodotto.