Nel pieno della cultura delle sub, dei bits e delle superchat, Charles White Jr., noto come Cr1TiKaL o penguinz0, ha deciso di dire basta. Lo streamer americano, tra i più riconoscibili di YouTube e Twitch, ha disattivato ogni forma di donazione e abbonamento dai suoi canali. Niente più superchat, niente più membership, nessun badge per “sostenere” il creator. Una scelta personale, spiega, nata dal disagio nel ricevere denaro da persone comuni che lavorano ogni giorno per vivere.
“Preferisco che chi mi segue tenga i propri soldi o li usi per cause più importanti,” dice nel video in cui annuncia la decisione. “Non voglio che nessuno senta il bisogno di pagare per far parte della community.”
Chi è Cr1TiKaL
Charles Christopher White Jr., nato nel 1994 a Tampa (Florida), è uno dei volti storici di YouTube.
Ha aperto il canale penguinz0 nel 2007, quando la piattaforma era ancora agli inizi, costruendo negli anni uno stile unico: voce monotona, ironia secca, un umorismo surreale che ha conquistato milioni di spettatori.
Oggi conta oltre 15 milioni di iscritti e miliardi di visualizzazioni. Oltre al suo lavoro da creator, è co-fondatore della società Moist Esports e del brand di abbigliamento GODSLAP.
Pur essendo considerato un veterano del web, continua a mantenere un tono disarmante e autoironico, lontano dalle dinamiche più narcisistiche dello streaming moderno.

La trasparenza sui guadagni
Per dare forza alle sue parole, Cr1TiKaL ha deciso di mostrare tutti i suoi guadagni accumulati in anni di attività online. I numeri sono sorprendenti.
Tra il 2017 e il 2019 ha incassato circa 55.000 dollari su Twitch; tra il 2019 e il 2021, la cifra è salita a 1,2 milioni; e tra il 2021 e il 2025 ha superato i 4,1 milioni. La parte più significativa, spiega, non arriva dagli abbonamenti ma dalle pubblicità, ormai la vera fonte di reddito per gli streamer.
Su YouTube, i dati sono ancora più impressionanti: dal 2007 ad oggi, il suo canale “penguinz0” ha generato 35,8 milioni di dollari, portando il totale complessivo a oltre 41 milioni.
“Non ho fatto nulla di straordinario,” commenta. “Sono solo stato incredibilmente fortunato.”
Una parte consistente di questi ricavi, racconta, è stata devoluta in beneficenza o spesa per tasse e collaboratori. “Non ho 41 milioni in tasca,” precisa. “Ma ho comunque più soldi di quanti saprò mai come usare.”
Il significato della scelta
Dietro questa decisione non c’è moralismo, ma consapevolezza. Cr1TiKaL chiarisce di non voler dare lezioni a nessuno: molti creator, spiega, dipendono dalle donazioni per mantenersi. Tuttavia, per chi ha già raggiunto un livello economico elevato, continuare a riceverle può diventare moralmente incoerente.
“Lo streaming è il lavoro più facile del mondo,” afferma. “Mi siedo, gioco, chiacchiero. Non ha senso prendere denaro da chi fa turni di nove ore al giorno e poi torna a casa per guardare le mie live.”
Nel suo discorso emerge anche una riflessione più ampia sul rapporto tra creator e pubblico. Quando la partecipazione a una community passa attraverso un pagamento, si rischia di trasformare un legame autentico in una transazione. Disattivare le donazioni diventa così un modo per liberarsi da quella dipendenza simbolica e ristabilire un rapporto più trasparente.
Un gesto raro nel mondo dei creator
Mostrare apertamente i propri guadagni è ancora un tabù tra i content creator. Molti preferiscono minimizzare le cifre per sembrare più “vicini” al pubblico e non perdere la propria immagine di autenticità. Cr1TiKaL, al contrario, espone tutto. “Chi si trova ai vertici di YouTube o Twitch è molto benestante,” dice. “Nessuno di noi ha bisogno delle donazioni per sopravvivere.”
La sua trasparenza rompe un equilibrio silenzioso nell’industria dello streaming, dove il successo economico è spesso nascosto dietro la retorica della passione. È anche un invito a ripensare il modello stesso di monetizzazione: quanto della cultura dello streaming si regge sull’empatia del pubblico e quanto sul marketing dei sentimenti?
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Oltre i numeri
La vicenda di Cr1TiKaL non è un atto di ribellione ma una forma di lucidità rara.
Mostra cosa significa riconoscere il privilegio in un’industria che, troppo spesso, confonde autenticità e business. E lancia un messaggio che vale più di qualsiasi polemica: nel mondo dei creator, dove ogni interazione può essere monetizzata, la sincerità resta la forma più radicale di trasparenza.

