Una ricerca pubblicata da Buffer ha analizzato oltre 18 milioni di post provenienti da 71.000 profili su X (ex Twitter), confrontando chi paga l’abbonamento Premium con chi usa la piattaforma gratuitamente. Il risultato è netto: gli utenti Premium ottengono in media dieci volte più visualizzazioni rispetto a quelli non abbonati. Tra i vari piani, Premium+ è quello che garantisce la maggiore visibilità, con una media di oltre 1.500 visualizzazioni per post, contro meno di 100per chi non paga. In sintesi, su X l’algoritmo premia chi è abbonato.
Reach non significa engagement
Il vantaggio principale riguarda la distribuzione iniziale dei post: gli utenti Premium vengono mostrati a più persone nelle prime ore dalla pubblicazione. Tuttavia, secondo Buffer, questo non significa automaticamente più interazioni. La percentuale di coinvolgimento (like, commenti, ricondivisioni) cambia poco: più visualizzazioni non vuol dire più attenzione. In altre parole, l’abbonamento può far arrivare lontano il tuo messaggio, ma è il contenuto che deve farlo restare.

I contenuti che funzionano meglio su X
Non tutti i contenuti vengono trattati allo stesso modo. I post di solo testo ottengono le migliori prestazioni, seguiti dai video, mentre le immagini hanno risultati medi. I link esterni, invece, sono il formato più penalizzato: spesso non raggiungono nemmeno cento visualizzazioni e, per molti profili, il tasso di interazione è praticamente nullo. Un trucco usato da molti creator è quello di scrivere prima il post e inserire il link in un commento subito sotto, per evitare che l’algoritmo riduca la visibilità.
Cosa include X Premium e quanto costa
X propone tre livelli di abbonamento: Basic, Premium e Premium+. Più si sale di piano, più si sbloccano funzioni: si possono pubblicare post più lunghi, caricare video di durata maggiore, eliminare la pubblicità e ottenere priorità nei commenti. Il piano Premium+, il più costoso, include anche strumenti dedicati ai creator e l’accesso al sistema di intelligenza artificiale Grok. Negli ultimi mesi X ha anche aumentato il prezzo di Premium+, segnale che la piattaforma punta sempre di più su questo modello a pagamento.

I limiti: qualità, moderazione e algoritmo
I dati confermano che pagare offre un vantaggio concreto, ma non risolvono il problema principale: la qualità del contenuto. Inoltre, X è spesso al centro di discussioni sulla moderazione e sulla trasparenza dell’algoritmo, come evidenziato da The Verge. Per chi gestisce un profilo personale o un brand, questo significa che conviene misurare i risultati sul proprio pubblico prima di spostare budget o cambiare strategia di comunicazione.
Quando conviene davvero abbonarsi a X Premium
Se pubblichi ogni giorno, se punti a far crescere la tua visibilità o se gestisci una pagina aziendale che produce video e thread, allora X Premium può avere senso: la spinta iniziale aiuta a emergere. Ma se usi la piattaforma in modo saltuario, o se i tuoi post servono solo a portare clic verso altri siti, l’abbonamento rischia di non ripagarsi. L’ideale è provare per un mese, analizzare le differenze in termini di visualizzazioni e interazioni, e poi decidere se continuare.
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Il punto finale: la visibilità si paga, ma non si compra
Su X la visibilità non è più un diritto uguale per tutti: diventa un servizio a pagamento. I dati di Buffer mostrano che gli utenti Premium partono avvantaggiati, ma non esiste alcuna garanzia di successo automatico. Il segreto resta quello di sempre: scrivere bene, pubblicare contenuti autentici e saper leggere le reazioni del proprio pubblico. Pagare può aprire la porta, ma è la voce – e non il biglietto – che fa restare la gente ad ascoltare.